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Cultura

Don Milani e l'obiezione di coscienza

Lorenzo Milani nasce a Firenze il 27 maggio 1923 in una colta famiglia borghese. Nel 1943 entra in seminario a Firenze e nel 1947 viene ordinato Sacerdote. Il primo incarico è a Calenzano (FI). Nel 1954 è parroco a Barbiana, nel territorio del comune di Vicchio del Mugello. Inizia l'esperienza di scuola popolare a tempo pieno.

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Guerre

  Bertolt Brecht  
(1898-1956)

La guerra che verrà 

non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
C’erano vincitori e vinti. 
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
Faceva la fame la povera gente egualmente.

      FEDRO       

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?" 

L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie". Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò.

Lettera a una professoressa

Nel giugno del 1966 Enrico, soprannominato Faina, portò alla scuola di Barbiana la notizia che era stato respinto al termine del primo anno della scuola superiore. Enrico aveva raggiunto la licenza media insieme ad un gruppo di ragazzi della scuola di Barbiana e, con alcuni di loro, si era iscritto all’istituto magistrale. Sulla scia del Priore, Don Lorenzo Milani, voleva fare il maestro.

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il patto delle Catacombe

Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura del Vaticano II, una quarantina di padri conciliari hanno celebrato una Eucaristia nelle catacombe di Domitilla, a Roma, chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù. Dopoquesta celebrazione, hanno firmato il “Patto delle Catacombe”.Il documento è una sfida ai “fratelli nell’Episcopato” a portare avanti una “vita di povertà”, una Chiesa “serva e povera”, come aveva suggerito il papa Giovanni XXIII.I firmatari – fra di essi, molti brasiliani e latinoamericani, poiché molti più tardi aderirono al patto – si impegnavano a vivere in povertà, a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e a mettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Il testo ha avuto una forte influenza sulla Teologia della Liberazione, che sarebbe sorta negli anni seguenti.

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